le origini della visione reflex

Tele Graflex Tele Graflex
1915 - 1923

Dimensioni:
- aperta: 170 x 220 x 370 mm
- chiusa: 170 x 220 x 185 mm
Peso: 2,6 Kg

Mirino: reflex con vetro smerigliato
Otturatore: sul piano focale, tempi da 1/10 a 1/1000 + T
Obiettivo: Tessar 4x5 f 4,5
Formato: 3 1/4" x 4 1/4" per lastre e filmpack

La Graflex è stata uno dei principali costruttori di reflex della prima generazione, oltre che delle ben più famose fotocamere press.
Fra il 1901 e il 1963 essa produsse ben 24 modelli diversi di reflex (42 se si contano le varianti di formato) di tre tipologie principali: le Naturalist con corpo allungato per montare obiettivi con focale molto lunga, le stereoscopiche, le reflex per pellicola in rullo e quelle, ben più numerose, per lastre di formato da 2 1/4" x 3 1/4" a 8" x 10".
La Tele Graflex era una fotocamera professionale, predisposta per utilizzare obiettivi luminosi che potevano essere rapidamente sostituiti grazie alla piastra portaottiche a incastro.
Tele Graflex
I comandi sul fianco destro della fotocamera permettono la combinazione di 4 diverse aperture e 6 possibili tensioni della molla che trascina le tendine. In questo modo si otteneva un'ampia scelta di tempi di scatto. La targhetta posta sul cappuccio è una tabella che indica la fotografo i tempi risultanti dalla combinazione apertura / tensione delle molle.
Il dorso, con blocco rapido, può essere ruotato per le inquadrature orizzontali e verticali.

Primarflex
Primarflex
1935 - 1954
Con un volume pari a circa 1/8 di quello della Graflex questa fotocamera tedesca degli anni '30, che utilizza pellicola 120 ed ha un'otturatore a tendina sul piano focale ed ottiche intercambiabili, è la naturale evoluzione delle reflex di inizio secolo e la capostipite delle SLR 6x6 della seconda metà del '900.


Il principio su cui si basa la macchina fotografica reflex è più antico della fotografia stessa dal momento che molte camere oscure, fin dal XVII secolo, erano dotate di uno specchio inclinato a 45 gradi per raddrizzare l’immagine. Naturalmente la riflessione di uno specchio riporta al loro posto solo i lati superiore e inferiore dell'immagine, le parti a destra e a sinistra rimangono scambiate fra loro.
Anche la prima fotocamera posta in vendita nel 1839, prodotta da Giroux per Daguerre, aveva un sistema simile: lo specchio permetteva un uso più comodo dell’apparecchio, dato che l’immagine raddrizzata era osservabile dall’alto, ma per eseguire la posa doveva essere rimosso e sostituito con il portalastre.


Per lunghi anni a seguire lo specchio scomparve dalla quasi totalità delle macchine fotografiche: le attrezzature erano ingombranti, i tempi di messa in opera e di posa erano lunghi e, in fin dei conti, sotto la luce del sole era più pratico ripararsi con un panno nero ed osservare l'immagine direttamente sul vetro smerigliato.
Tuttavia nel 1861 il fotografo inglese Thomas Sutton brevettò la prima vera fotocamera reflex della storia. Sutton è stato un inventore di grande rilievo e al suo nome sono legati anche il primo obiettivo grandangolare, la prima fotocamera panoramica e la prima immagine permanente a colori.

Nella reflex di Sutton una cassetta di legno, contenete lo specchio, era interposta fra il soffietto e il portalastre ed un meccanismo permetteva di sollevare lo specchio prima della posa. Lo specchio stesso, una volta alzato, proteggeva dalla luce l'interno della fotocamera.
Il principio di Sutton è tuttora valido ed è stato utilizzato da tutte le Single Lens Reflex (SRL) che sono seguite ma della macchina di Sutton furono venduti pochi esemplari e fino all'avvento delle lastre a secco, circa 20 anni più tardi, la sua idea non ebbe seguito.
La prima reflex portatile fu brevettata nel 1884 dall’americano Calvin Rae Smith e messa in vendita con il nome Monocular Duplex. Era di fatto una box, dato che la messa a fuoco era fissa e lo specchio aveva anche la funzione di otturatore, ma ebbe un discreto successo e rimase in produzione per diversi anni.
Alla fine dell'800 vennero depositati numerosi brevetti e al volgere del secolo la reflex era ben rappresentata sul mercato e si poneva come fotocamera professionale per uso a mano libera. All'inizio del '900 era ormai consolidato un nuovo modello di fotocamera, la reflex di grosse dimensioni, che per lo più utilizzava lastre di formato 4x5". Essa era caratterizzata dal corpo di forma cubica (che, come una scatola, proteggeva le parti vitali della fotocamera durante il trasporto), otturatore sul piano focale (che non si interponeva alla visione attraverso l'obiettivo), soffietto per la messa a fuoco e cappuccio pieghevole per riparare il vetro smerigliato dalla luce diretta. Rispetto alle folding della stessa epoca la reflex era ingombrante e lenta ma possedeva già quelle caratteristiche che ne facevano lo strumento più prestante fra le fotocamere da usare a mano libera: un solido modo di impugnarla, negativi di adeguate dimensioni e un mirino che consente sia di valuare la messa a fuoco che la profondità di campo.

modelli Graflex Varietà di modelli reflex Graflex
in produzione fra il 1901 e il 1963

Il grafico mostra il numero di modelli reflex prodotti dalla Graflex fra il 1901 e il 1963. Se assumiamo che la diversificazione dei modelli indichi la capacità di assorbimento del mercato si nota una crescita costante fino al 1924 e una flessione dopo questa data. In effetti il declino di queste grosse fotocamere iniziò in Europa negli anni '20 con il sopraggiungere della Leica e della Rolleiflex mentre in America furono lungamente usate fino alla II guerra mondiale.
Con la produzione dell'ultima Graflex termina la storia delle reflex iniziata circa 100 anni prima con il brevetto di Sutton.

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