Le fotocamere russe

1932 - 1985


reflex di A.A.Min
(1929 c.a.)

Nel periodo 1918-1930 viene creato l'Istituto Statale di Ottica e gettate le basi della futura industria fotografica. Vengono anche realizzati piccoli lotti di fotocamere fra cui anche una reflex formato 24x32mm per pellicola 35mm: l'antenata della reflex 35mm

Fed "120"
FED (Felix Edmundovitch Djerzinski's)
(1940 c.a.)

E' una delle fotocamere medio formato pił piccole di ogni tempo. Unisce le dimensioni della Leica a vite al vantaggio del formato 6x4 cm, di conseguenza è una delle fotocamere con il miglior rapporto fra dimensioni del corpo e superficie del negativo. L'ottica rientrante riduce l'ingombro durante il trasporto. Usa pellicola 120. La produzione, collocabile fra il 1939 e il 1941, fu abbandonata nel periodo bellico, quando la fabbrica venne spostata da Charkov a Berdsk, in Siberia.

Zorki (I)
KMZ (Krasnogorsk Mekanicheski Zavod)
(1948)

La KMZ inizia a produrre fotocamere a soffietto, tipo Super Ikonta, nel 1946. Nel 1948 viene avviata la produzione delle più richieste fotocamere a telemetro con la collaborazione della FED e gli apparecchi prodotti nel primo anno portano il doppio nome FED e Zorki. La prima Zorki quindi è una copia fedele della FED (ogni parte delle due fotocamere è intercambiabile) e quindi una copia della Leica II.

Zenit
KMZ (Krasnogorsk Mekanicheski Zavod)
(1953)

Trasformazione della Zorki in una reflex, effettuando le minime modifiche necessarie rispetto alla macchina a telemetro. La Zenit dimostra che anche la Leitz avrebbe potuto costruire una reflex fin dal 1932 invece di optare per un accessorio reflex da interporre fra il corpo macchina e l'obiettivo delle macchine a telemetro.

Leningrad
Gomz (Officina Ottico-Meccanica di Stato)
(1956)

Fotocamera caratterizzata da un motore a molla che permette di scattare una dozzina di fotogrammi prima di essere ricaricato. Il mirino, che copre il 35mm, è dotato di cornici per focali dal 50 al 135. L'innesto delle ottiche a vite 39x1 è il "passo leica" utilizzato dalle FED e delle Zorki.

Start
KMZ (Krasnogorsk Mekanicheski Zavod)
(1958-1964)

Reflex professionale con diaframma automatico, pentaprispa rimovibile e trincetto per tagliare la pellicola esposta.

Le fotocamere russe sono legate a tre luoghi comuni: "semplici" "copie" di "bassa qualità". Tuttavia questo capitolo avrebbe anche potuto avere il titolo provocatorio "le occasioni perdute della Leica" a causa di alcuni prodotti che avremmo voluto veder attecchire a Wetzlar piuttosto che nascere e morire in Russia. Pertanto i luoghi comuni, anche se rivelano una parte di verità, non sono sufficienti per liquidare la storia delle fotocamere russe.

FED
Kharkhow, Ucraina (1934)

La Comune di Lavoro intestata a Felix Edmundovitch Djerzinski inizia a progettare fotocamere nel giugno del 1932 sotto la direzione di Anton Makarenko. I primi prototipi, che sono pronti nell'ottobre dello stesso anno, sono copie esatte della Leica I. Nel frattempo però arrivano in Russia le prime Leica II e quindi la progettazione prosegue febbrimente fino alla fine del 1933 per adeguarsi al nuovo modello.
Nel 1934 inizia la produzione della FED, la prima fotocamera sovietica.

La prima macchina fotografica russa viene costruita verso il 1840 per opera di A. F. Grekov. In seguito, e per tutto l' '800, vengono costruite artigianalmente fotocamere di ogni tipo, analoghe ai modelli occidentali: a cassetta e a soffietto, detective, biottiche e reflex. Non mancano le invenzioni originali, in particolare (ma storicamente da provare) la prima "automatica" in cui una fotocellula determina l'apertura del diaframma; un sistema che in Occidente sarà reiventato dalla Kodak solo nel 1938. La produzione artigianale russa però non si trasformò in industria e la rivoluzione ne cancellò ogni traccia. Pertanto nell'accezione comune le fotocamere russe sono assimilate alla produzione sovietica, che mosse i primi passi a Charkov, nella Comune di Lavoro FED, anticipando la pianificazione del secondo piano quinquennale (1933-37). Negli anni '30 l'industria fotografica tedesca ha una netta superiorità tecnologica e le macchine a telemetro, insieme alle biottiche, determinano il rapido declino di tutti i modelli di precedente concezione. Pertanto è del tutto naturale che la Leica sia stata copiata abbondantemente, prima in Russia e poi in molti altri paesi del mondo quando le industrie dovettero riconvertirsi al termine della seconda guerra mondiale. Ma in URSS la competizione ideologica con l'Occidente, trasferita nel contesto produttivo, dette un fortissimo impulso alla giovane industria sovietica che fin dai primi anni non si limitò a copiare e mise a punto anche alcuni prodotti innovativi e originali come la Cnopm (1935), la prima reflex 35mm. Il vasto mercato interno, che chiedeva macchine fotografiche piccole e moderne, spinse la produzione FED a superare le 30.000 unità annue e la nascita di altre fabbriche che in gran parte oggi sono poco note perchè non fecero grandi produzioni o cessarono di esistere a causa della guerra. Gli anni più esaltanti per l'industria sovietica però vennero dopo la guerra, dal '46 al '70, quando la produzione riprese rapidamente, venne avviata la produzione delle fotocamere Zorki, delle Zenit e venne offerta una maggior varietà di modelli, semplici e professionali. La Leningrad ("Gran Prix de Bruxelles" nel 1958) e la Kiev 10 sono i modelli più innovativi di questi anni.



Kiev 10 (1965)
E' stata la prima automatica a priorità di tempi fra le reflex con otturatore sul piano focale. L'esposimetro al selenio, con la grossa cellula posta sul pentaprisma, imposta automaticamente la preselezione del diaframma o blocca il pulsante di scatto se il tempo impostato non consente di esporre correttamente.

Tuttavia la necessità di rifornire l'immenso mercato interno prevalse sulla diversificazione per cui alcune fotocamere furono prodotte in grandi quantità ed altre in numero molto limitato, con poche vie di mezzo.

Zorki 3M (1954)
Nella Zorki 3 (1951 o 1953?) il telemetro era accoppiato ad un ampio mirino, i tempi di scatto variavano da 1 sec a 1/1000. Inizialmente i tempi lenti erano impostati con un comando separato sul frontale ma a partire dal 1954, con il modello 3M, sono unificati a quelli veloci, nel comando posto sopra il tettuccio. Il dorso era amovibile per facilitare il caricamento. Era quindi una fotocamera con caratteristiche decisamente avanzate, per alcuni aspetti anche superiore alla Leica fino a quando, nel 1954, non fu commercializzata la Leica M3.

La storia delle fotocamere sovietiche volge al tramonto quando il progressivo disfacimento economico che porta alla fine dell'URSS (1991) si riflette anche nella mancanza di aggiornamento tecnologico e nella bassa qualità dei prodotti. Nel 1985 cessa la produzione della Kiev e con essa finisce anche la storia delle copie russe, iniziata prima e terminata dopo tutte le altre.

KIEV
Arsenal (1948 - 1985)

Inizialmente la KIEV era la copia esatta della Contax perchè costruita con i macchinari della linea di produzione sequestrata a Dresda come indennità per i danni di guerra. Nel corso dei 40 anni succesivi subì solo poche modifiche non sostanziali. Il livello di finitura era mediamente superiore a quello delle altre fotocamere ed era corredabile con un discreto numero di ottiche. Furono sempre in produzione due modelli analoghi, differenti per la presenza o meno di un esposimetro posto sopra la calotta.

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